Il meditante inizia a meditare sulla coscienza in sé, la sensazione di essere ( o su Dio, o su uno degli attributi divini fino a progredire nel senza forma ) e rimane assorbito in questa consapevolezza. Mentre progredisce, le modificazioni mentali vengono a dissolversi progressivamente. Quando ogni modificazione si è dissolta e avviene la completa fusione con la coscienza interiore, quella stessa coscienza, l’essere, viene assorbita nell’assoluto. Quando questo stato rimane permanente, anche oltre lo stato meditativo, allora c’è la completa vacuità, l’assenza di percezione di un sé individuale e di un sé inerente negli esseri e nei fenomeni. Quella è la realizzazione, il nirvikalpa samadhi. La sensazione di essere svanisce e non può più essere rintracciata. A quel punto anche il desiderio di essere, esistere, sperimentare inerente alla coscienza si dissolve. E’ lo stato descritto dal Buddha come Nirvana, cessazione completa del divenire fenomenico. Rimangono attive le circostanze che hanno germogliato la nascita corrente che si dissolveranno con l’evento chiamato morte e la fine del corpo. Ma poiché la condizione generante il divenire si è dissolta, in seguito non potrà più esserci divenire, nascita, desiderio e necessità di esperienza.
Sennar Karu