Tutti si preoccupano della forma esteriore, ma trascurano di rintracciare l’essenza, la sostanza. Anche molti tra i ricercatori spirituali si occupano per lo più di come migliorare il corpo e la mente, di come imparare qualcosa che può aiutarli nel mondo materiale, pensano che il progresso spirituale coincida con il successo, la salute, l’abbondanza e tutte queste cose prive di durata e dicono «siamo qui per fare esperienza, finché c’è questo godiamone». Non sanno che la loro vera natura non è mai stata toccata da queste esperienze e da queste ambizioni, che quella vera natura è un oceano di beatitudine ma non ne hanno preso consapevolezza. Presto o tardi giunge la vecchiaia, le abitudini si sono ormai sedimentate e non c’è più forza per sviluppare quella veramente utile del silenzio e della meditazione continuativa. Questa esistenza finirà e avranno accumulato soltanto una marea di concetti che svaniranno al momento della morte. Io vi consiglio di andare all’origine, di praticare la costante meditazione, il silenzio interiore, la presenza e la consapevolezza di sé. Il progresso spirituale può essere valutato. Più è consapevole della propria vera natura, più diventa inconsistente la percezione di un Sé individuale, fino alla vacuità completa, più è distaccato dai desideri, dalle ambizioni, dai tira e molla del mondo, dalle opinioni, dall’attaccamento al guadagno e alla perdita, dalla paura del dolore, più è pervaso di pace e di compassione senza tuttavia che tale compassione lo coinvolga intimamente turbando quella pace, più è vicino alla liberazione.
Sennar Karu